Alcune specie di anfibi sono legate ad ambienti naturali, incontaminati e per questo da tutelare. Tra queste specie, la Bombina pachypus (Bonaparte, 1838), nota anche come Ululone appenninico, occupa un posto di primo piano. Si tratta di un endemita italiano, lungo circa 5 cm, con pupilla cuoriforme e ventre di colore giallo intenso con macchie grigio-bluastre. Perché il nome Ululone? Perché nel periodo riproduttivo il canto emesso dai maschi ricorda un ululato. Si tratta di un anfibio sempre più raro e localizzato, in forte diminuzione in tutto l'areale e secondo Parchi Lazio i ricercatori l'avrebbero recentemente rinvenuto solo sui monti Lucretili, Simbruini e Lepini. In realtà, noi l'abbiamo avvistato e fotografato in un angolo remoto e selvaggio dei monti Ernici, a testimoniare ancora una volta la ricchezza in termini di biodiversità delle nostre montagne, una ricchezza che va salvaguardata assolutamente, anche perché, rispetto all'Ululone, si tratta di un obbligo sancito dalla Direttiva Europea 92/43/CEE, nota come Direttiva Habitat, essendo la specie inserita negli allegati II e IV. Le raccolte d'acqua, le pozze poco profonde, le anse stagnanti di fiumi e torrenti, sono habitat di valore inestimabile. Noi saremo sempre dalla parte dell'Ululone appenninico. #ErniciPerPassione #VisitMontiErnici
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