TASSO Meles meles, (Linnaeus, 1758)
Descrizione
Il tasso è un carnivoro appartenente alla famiglia dei mustelidi che comprende numerose specie, tra cui la martora, la lontra e la faina. Con i suoi 70-85 cm di lunghezza ed un peso che può superare i 15 kg, il tasso rappresenta una delle specie di mustelidi di maggiore dimensione. Il corpo e la dentatura sono robusti, le zampe corte e forti con grossi artigli adatti a scavare e coda folta e corta. In entrambi i sessi il colore del mantello è grigiastro sul dorso e nerastro sul ventre. Caratteristica è la presenza di una maschera facciale bianca con due bande nere che dalla parte anteriore degli occhi si prolungano fino alle orecchie. Il dimorfismo sessuale è poco evidente con il maschio leggermente più grosso della femmina. Preferisce i boschi di latifoglie o misti anche di limitata estensione, alternati a zone aperte, cespugliate, sassose e incolte; nelle regioni settentrionali è presente abitualmente pure nelle foreste di conifere. Si tratta comunque di una specie ecologicamente molto adattabile e proprio per questo può abitare anche aree agricole dove siano presenti limitate estensioni di vegetazione naturale che possano offrirgli protezione, ed ambienti di macchia densa, anche nelle aree costiere (A.M. De Marinis, P. Genovesi & M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999). A differenza del nord Europa, dove la specie vive in gruppi sociali, in Italia, così come in altre regioni dell’Europa meridionale, i tassi vivono singolarmente o in coppie, in un complesso sistema di tunnel, antri sotterranei e sbocchi esterni. Tali sistemi possono essere talvolta utilizzati simultaneamente da micromammiferi, ma anche da altri carnivori, come la volpe, o da altri mammiferi di taglia simile al tasso, come l’Istrice. È una specie territoriale, che difende il proprio territorio dall’intrusione di conspecifici. Il tasso è un predatore generalista, le cui prede principali sono piccoli invertebrati, in particolar modo lombrichi, coleotteri ed ortotteri, ma si nutre attivamente anche di frutta e cereali. E’una specie prevalentemente notturna, ma la sua presenza è facilmente rilevabile grazie ai segni di presenza, in particolar modo le latrine. L’impronta anteriore del tasso è inconfondibile, ma la posteriore può essere confusa con quella dell’istrice. Tuttavia, la maggior parte delle segnalazioni relative a questa specie proviene dal rinvenimento di esemplari morti, vittime soprattutto di investimenti lungo le strade. La specie appare abbastanza comune, e non ci sono evidenze per ritenere che la sua conservazione sia a rischio. L’impatto su attività economiche di questa specie è trascurabile, sebbene occasionalmente possa predare pollame domestico. La stagione riproduttiva è compresa tra febbraio e maggio. All’inizio della primavera successiva all’accoppiamento la femmina partorisce in genere 2-3 piccoli all’interno di una camera-nido preparata nella tana. La gestazione dura in realtà circa 7 settimane, in quanto dopo l’accoppiamento le uova fecondate nei primi stadi del loro sviluppo restano in quiescenza per circa 11 mesi. I piccoli alla nascita, e fin verso il quindicesimo giorno, hanno gli occhi chiusi. Vengono allattati per circa 3 mesi, quindi inizia la fase di svezzamento ed i giovani seguono la madre alla ricerca del cibo. Dopo circa 6-7 mesi dalla nascita si assiste allo scioglimento del gruppo familiare e per i giovani inizia la ricerca di un proprio territorio. La maturità sessuale viene raggiunta tra i 12 e i 24 mesi. Durante la stagione invernale riduce sensibilmente le proprie attività e quando le condizioni climatiche diventano particolarmente sfavorevoli non esce dalla tana per diverse notti consecutive, per questo, durante l’estate e l’inizio dell’autunno i tassi tendono ad accumulare abbondante grasso corporeo, oltre che a raccogliere abbondante materiale isolante per foderare le tane.
La specie ha un areale ampio, è adattabile anche ad ambienti antropizzati e non è soggetta a minacce specifiche. Per queste ragioni viene valutata a Minor Preoccupazione (LC). La conservazione del Tasso su territorio nazionale richiede una riduzione delle uccisioni abusive ed una sensibilizzazione della popolazione, in particolare nelle zone di agricoltura intensiva (G. Pigozzi & A.M. De Marinis in Boitani et al. 2003). Elencata in appendice III della Convenzione di Berna. La specie è protetta e non cacciabile in Italia (L. 157/92) e considerata Least Concern dallo European Mammal Assessment (Temple & Terry 2007).
Distribuzione in Italia
La capacità del Tasso di abitare ambienti molto diversi e di adattare la propria dieta a condizioni ecologiche assai varie rende questa specie diffusa e relativamente comune in tutta Italia, dalle aree montane alpine ed appenniniche fino a quelle agricole della Pianura Padana (A.M. De Marinis, P. Genovesi & M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999). In Italia il Tasso è distribuito nell'intera penisola, mentre è assente in Sicilia, Sardegna e isole minori. Indagini condotte sulle Alpi centrali e sugli Appennini hanno mostrato che il tasso seleziona altitudini inferiori a 1000 m slm sulle Alpi e 1350 m slm sugli appennini (G. Pigozzi & A.M. De Marinis in Boitani et al. 2003).
Dove è stato filmato sui monti Ernici?
Dal 01/06/2015 al 31/07/2016 sono stati registrati 19 filmati di tasso, di cui 7 all’interno del settore 1, 5 nel settore 2 e 7 nel settore 3. I video sono stati registrati in 7 punti dislocati all’interno del territorio, precisamente 4 selezionati all’interno del settore 1, 1 nel settore 2 e 2 nel settore 3 (Fig. 1). La specie è stata filmata ad una quota media di 1203.29 metri (± 108.44 IF 95%). Durante lo studio sono stati filmati sia individui solitari che in coppia ed in un caso anche in gruppi formati da 3 individui. La specie non è stata filmata costantemente durante l’anno di studio ma ha presentato un picco durante il periodo estivo, con più del 50% dei filmati totali registrato durante il periodo di giugno, luglio ed agosto 2016.
Bibliografia
Boitani Luigi, Lovari Sandro e Vigna Taglianti Augusto (2003). Fauna d’Italia, Mammalia III.
Capizzi, D., Mortelliti, A., Amori, G., Colangelo, P., Rondinini, C., (a cura di), 2012 -I mammiferi del Lazio. Distribuzione, ecologia e conservazione. Edizioni ARP, Roma.
Spagnesi M.,A. M. De Marinis (a cura di), 2002 – Mammiferi d’Italia. Quad. Cons. Natura, 14, Min.
Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica.
Temple, H.J. & Terry, A. (2007), The Status and Distribution of European Mammals. Office for Official Publications of the European Communities. pp. VIII + 48